Quali proposte chiave per la politica e quali per manager e imprenditori per vincere la sfida competitiva nei prossimi 5 anni?
Report del dibattito nell’evento BellaFactory Award del 14 Aprile a Torino
Conduce: Diodato Pirone, giornalista del Messaggero.
Intervengono:
− Carlo Panzarasa, Direttore Manufacturing Engineering Magneti Marelli
− Gianluca Ficco, Dirigente Nazionale UILM
− Gianfranco Viesti, Prof. Economia Applicata Univ. Di Bari
− Giuseppe Berta, Prof. Storia Contemporanea Univ. Bocconi
− Ferdinando Uliano, Segretario Nazionale, FIM-CISL
− Paolo Bricco, Giornalista Sole24Ore
− Paride Saleri, Presidente OMB
Dal dibattito vivace e brillante condotto dal bravissimo Pirone sono emersi alcuni spunti molto interessanti sia per le aziende sia per la nostra politica industriale nazionale. Proviamo a raccoglierne alcune delle più interessanti in una sorta di “libretto degli appunti”:
Alle nostre aziende manifatturiere:
- Saper coniugare l’unicità e l’artigianalità dei prodotti tipici dell’eccellenza italiana (es. Maserati, Ducati, Mobili Busnelli) con la gestione scientifica del lavoro e la standardizzazione dei processi produttivi
- Studiare e applicare i principi “lean” anche nelle aziende famigliari, evitando di comprare da scaffale strumenti gestionali iper-pubblicizzati come la panacea di tutti i mali (es. Kaizen, 5S, Supermarket, SMED, ecc.). Fondamentale è la capitalizzazione e stratificazione di conoscenze via via più complesse che, nell’insieme, vadano a costituire un modello operativo sostenibile
- La partecipazione si fa in due. Azienda e sindacato devono arrivare alla contrattualizzazione dell’organizzazione del lavoro (metrica, fatica, pause, coinvolgimento, leadership), rinunciando alla contrattazione continua sui tempi di lavoro, che non sono altro che una logica conseguenza dell’applicazione di metodologie avanzate di progettazione (es. Ergo-MTM)
- Puntare sul miglioramento contestuale di produttività ed ergonomia grazie all’adozione di sistemi moderni di analisi lavoro (Ergo-MTM). Rompere il paradigma “più produttività, più malattie professionali”
- Migliorare la competitività attraverso l’eccellenza operativa per non ricorrere a riduzioni salariali
- Adottare sistemi di contrattazione integrativa con indicatori chiari, leggibili, influenzabili dai lavoratori e continuamente monitorati e comunicati
- Definire e concordare regole chiare in fabbrica per governare le relazioni sindacali
- Le imprese italiane vincenti producono prodotti intrisi di conoscenze; fondamentale l’appartenenza a distretti di conoscenze (es. la via Emilia per i motori)
- Fattori critici di successo: utilizzo di sistemi moderni (organizzazione e macchinari), innovazione e internazionalizzazione
- L’innovazione vera viene dall’esterno della comfort zone (utilizzo di nuovi materiali – es. i materiali compositi – e di nuovi processi produttivi spesso abilitati dall’effetto digital)
- Indispensabile investire sistematicamente sulla qualità delle risorse umane (il costo di un’opportunità di business mancata è di gran lunga superiore al costo incrementale di una risorsa più preparata e quindi più pagata)
- Adozione del lavoro di gruppo come soluzione organizzativa permanente; delega verso il basso, formazione e lotta alla gerarchia
- Necessità di gestire l’azienda in modo trasparente, soprattutto nei confronti dei lavoratori e dei loro rappresentanti (insegniamo alle RSU a leggere il bilancio e rendiamolo disponibile)
- Indispensabile per l’attivazione di un modello partecipativo l’adozione di sistemi scientifici di misurazione condivisi, in grado di collegare le perdite di efficienza alle voci del bilancio (cost & benefit deployment)
- Dare risalto ai casi di successo nelle PMI
- Approccio proattivo e preventivo alla produttività e all’ergonomia mediante l’utilizzo di sistemi di preventivazione e simulazione per intercettare i vincoli nella fase di progettazione (prevenire è meglio che curare). Logica Ergo-UAS
Alla nostra politica industriale:
- Spingere sulla decontribuzione dei premi per favorire i contratti integrativi aziendali
- Varare una legge chiara ed equilibrata sulle rappresentanze sindacali, lontana da posizioni estremiste di qualunque natura e posizione
- Lavorare per la definizione di una politica industriale di sistema che guardi al medio-lungo termine
- Molte realtà industriali eccellenti non hanno effetto traino sulle realtà circostanti, poiché sono inserite in una realtà urbana decadente. Fondamentale la costituzione di poli metropolitani più dinamici e all’avanguardia (servizi avanzati, università, tecnologia). L’asse portante deve essere la formazione universitaria
- Incentivi alla mobilità e alla ricerca ai migliori atenei italiani per far rientrare i cervelli italiani all’estero e trattenere quelli che stanno crescendo nel nostro Paese