Intervista a Gabriele Caragnano: Quali sono le motivazioni che hanno portato alla nascita del progetto BellaFactory?
Quali sono le motivazioni che hanno portato alla nascita del progetto BellaFactory?
- Cambiare la visione/percezione in Italia della fabbrica da luogo cupo e sporco in cui si spremono gli operai in tuta blu (stile Tempi Moderni) a luogo tecnologico, pulito e organizzato in cui tutti gli individui possono contribuire al miglioramento continuo (Produttività dal Basso)
- Aiutare le PMI a misurarsi contro standard di livello internazionale e a identificare le azioni prioritarie per migliorare la propria competitività industriale con bassi investimenti (soluzioni low cost)
- Offrire ad aziende e sindacati un processo condiviso di misurazione e controllo delle prestazioni per lavorare su obiettivi comuni, in cui produttività ed ergonomia crescono insieme
- Alimentare il Centro Studi della Fondazione di dati unici provenienti dall’interno delle fabbriche per generare analisi competitive profonde e professionali (benchmarking)
Perché secondo voi la fabbrica deve avere un ruolo centrale nella politica economica del nostro Paese?
- Italia secondo Paese manifatturiero europeo e ottavo al mondo
- 5 milioni di lavoratori lavorano nel manifatturiero in Italia
- Negli ultimi tre anni la manifattura Usa ha creato oltre 800.000 nuovi posti lavoro nell’industria. Non accadeva da 20 anni che l’industria aumentasse i suoi addetti. L’anno scorso il potere d’acquisto dei tedeschi è aumentato del 2,5% proprio perché la Germania vanta quasi il 25% del Pil legato all’industria
Quali sono le peculiarità di questo innovativo approccio?
- Approccio scientifico bottom-up (Produttività dal basso)
- Contrattualizzazione dell’organizzazione del lavoro
- Umanesimo industriale: la risorsa umana è al centro (coinvolgimento, competenze, sicurezza)
In che senso questo approccio si pone in posizione critica rispetto alla cosiddetta Industria 4.0, al digital manufacturing o al lean manufacturing?
- Non si pone in posizione critica ma mira a costituire le fondamenta su cui costruire modelli operativi e organizzativi moderni
- Ritorna a mettere l’attenzione su alcuni fondamentali di organizzazione industriale come la misurazione e l’organizzazione del lavoro
- L’assenza di solidi standard di tempi e costi, insieme alla pressione imposta dal mercato e dal top management porta all’effetto “Pink Factory” (si colora la realtà superficiale di rosa senza modificare la sostanza delle cose)
Il sistema comincia a dare i suoi primi risultati molto positivi. Ci può fare qualche esempio sul cliente finale?
- Pomigliano, prima fabbrica ad utilizzare gli standard BellaFactory premiata già nel 2014 col Lean Production Award. Novità introdotte:
− Assenteismo era al 18% oggi viaggia sul 2%, con giorni allo 0,7
− Microconflittualità: zero contro 152 interruzioni del 2007
− Team leader che gestisce il proprio “Dominio” e che partecipa alla progettazione del prodotto e della linea di montaggio
− 54.000 movimenti misurati uno a uno con ergonomia come linguaggio comune azienda lavoratore
− Work Place Integration (WPI) e il valore aggiunto garantito dalla progettazione comune ingegneri operai
Quali sono gli obiettivi che Fondazione Ergo si è posta nella diffusione del sistema BellaFactory?
- Diventare uno standard nel manifatturiero italiano per supportare la competitività italiana e favorire il fenomeno del reshoring e dell’occupazione
- Diventare uno strumento scientifico, neutrale e indipendente a sostegno delle logiche di gainsharing e di progettazione dei contratti specialistici di lavoro
- Attivare la concreta applicazione degli standard in materia di sicurezza del lavoro ed ergonomia previsti dal D.Lgs. 81/2008
Gabriele Caragnano, Direttore Fondazione Ergo