Home News Conferenza 2013 sulla Produttività e l’organizzazione del Lavoro

La Buona Produttività parte dal basso, dal disegno dei compiti lavorativi. Nella fase di progettazione dei metodi di lavoro si determina inesorabilmente la parte principale dei costi operativi, tra il 70 e l’80%. Storicamente la piccola e media impresa manifatturiere italiana non ha mai dato peso alla progettazione dei processi. Oggi, complice una crisi senza precedenti, imprese e sindacati devono sapere che colmare questa lacuna significherà far emergere il potenziale nascosto dell’impresa italiana e dare nuovo slancio alla fabbrica come luogo dell’innovazione e della competitività.

Ecco perché “il diavolo di nasconde nei dettagli”, come recita il motto dell’evento. Quasi un appello rivolto innanzitutto alla PMI italiana, ai suoi manager e ai suoi imprenditori perché prendano coscienza che il potenziale di competitività industriale delle nostre aziende è enorme ma spesso nascosto sotto la polvere delle abitudini.

Da dove arrivano queste barriere? Cosa ci impedisce di liberare tutto il nostro potenziale? Mi aspetto che molti dei fattori frenanti siano indicati a livello macroeconomico e sistemico (fiscalità, burocrazia, infrastrutture, costo dell’energia, accesso ai finanziamenti …). Ma questa volta voglio spingermi oltre e, con spirito introspettivo, sostenere con forza che una grande leva di miglioramento è interna all’azienda e può essere utilizzata per riguadagnare posizioni e ripartire con più fiducia e convinzione. Questa leva è la Buona Produttività.

Quando un’azienda spende il doppio di quanto spende un concorrente virtuoso (world class benchmark), è inutile parlare di fattori esogeni macroeconomici. La prova di quanto dico sta nei numerosi casi di aziende italiane che pensavano di risollevarsi spostando la produzione in Paesi a basso costo del lavoro e hanno fallito.

“Garbage-in, Garbage-out” dicono gli inglesi, come a dire che non si raddrizzano i processi solo spostandoli ma che è necessario modificarli. La partita competitiva dunque non si gioca solo sui costi ma anche su altri fattori di successo raggiungibili solo da “eserciti coesi e ben addestrati”.

Il concetto del “razionalizza e sposta” non funziona sempre. Se escludiamo casi incredibili di incentivi all’investimento per attrarre capitali esteri da parte di Paesi in via di sviluppo (comunque vietati all’interno del mercato comune europeo), ciò che spesso capita è che un lavoro capillare interno sui processi e l’organizzazione porta l’azienda a modificare radicalmente la percezione dei reali vincoli che impediscono lo sviluppo del business anche nel nostro Paese. E questo porta a riconsiderare opportunità fino ad oggi considerate visionarie e irraggiungibili, fornendo occasioni incredibili di rilancio. È un lavoro che chiede prendere vita “dal basso”. Perché le case si costruiscono a partire dalle fondamenta.

Nella figura seguente è chiaro come la differenza tra la situazione reale di uno stabilimento italiano rappresentativo (REALE) e il benchmark di riferimento (italiano) sia pesantemente determinata dalla porzione verde alla base delle canne d’organo, che rappresenta la bontà della progettazione dei processi lavorativi (metodo).

 

 

Composizione costo trasformazione

Composizione costo trasformazione

 

 

Il significato della figura è che nella situazione reale la produttività è esattamente la metà rispetto al livello preso come riferimento, che non è un livello teorico, ma corrispondente ad un caso reale molto ben conosciuto e dislocato nella regione Campana, certamente una delle regioni considerate meno virtuose da un punto di vista industriale.

Il Programma della Conferenza è disegnato in modo da dedicare la mattinata all’identificazione dei principali vincoli/opportunità cui sono soggette soprattutto le PMI italiane. Avremo analisi quantitative da parte del CENSIS, analisi di esperti universitari e messaggi provenienti dal mondo giornalistico e sindacale (quest’ultimo spesso incolpato di essere la causa di un certo immobilismo). Andremo quindi a pranzo con un nodo in gola e con un pensiero fisso: “ma ce la faremo?”

Nel pomeriggio l’amico Diodato Pirone condurrà un dibattito che ruoterà attorno a due testimonianze aziendali molto interessanti: Gravalos, azienda metalmeccanica spagnola a gestione familiare, e VM Motori, azienda automotive produttrice di motori diesel di alta gamma, sulla ribalta in questi giorni per la neo-acquisizione da parte di Fiat Group. I due casi, che ho avuto la fortuna di vivere personalmente, sono due ottimi esempi di come si possa migliorare drasticamente la propria posizione competitiva attraverso il duro e costante lavoro sui “dettagli”, che fanno la differenza tra un’organizzazione che sale ed una che scende. Tra questi dettagli includiamo anche gli aspetti relazionali e sociali, che in modo così importante incidono sul clima aziendale e sull’allineamento degli obiettivi di proprietà, management e forza lavoro.

Per ulteriori informazioni:

Ufficio stampa,  Domenico Avolio – Haiku RP – 02 4351 1671 – 334 3557025

Leave a Reply