Home News Fiat, Politecnico e inglesi analizzano Cipputi. Obiettivo: capire il cambiamento voluto da...

cipputi L’avvio dello studio sulle condizioni degli operai del Lingotto è stato presentato nella sede della FIM Cisl nazionale. In programma interviste e questionari anonimi. L’iniziativa è firmata dal prof. Pero e dai colleghi dell’università di Nottingham. E’ una sorta di  radiografia di Cipputi a Pomigliano e in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo automobilistico, guidato da Sergio Marchionne. L’iniziativa è della FIM naziona le ed è stata presentata l’altro giorno nella sede romana del sindacato di categoria dei metalmeccanici Cisl. Coinvolgerà settemila operai.

Obiettivo di fondo: la FIM vuole comprendere in che modo si lavori nelle fabbriche del colosso guidato dall’ad italo canadese e, soprattutto, intende capire come la nuova organizzazione del lavoro introdotta dal supermanager abbia cambiato la vita degli operai. Si tratta, dunque, di uno studio scientifico del Politecnico di Milano per analizzare le nuove condizioni di lavoro, partendo dalla Fiat di Pomigliano per poi interessare tutti gli stabilimenti del gruppo automobilistico. Due i metodi per giungere a una sintesi finale, che sarà illustrata tra alcuni mesi. Con i “focus group” saranno fatte una serie di interviste ai lavoratori, effettuate direttamente in fabbrica dai docenti.

A Pomigliano questi focus sono stati già eseguiti e saranno estesi a tutti gli impianti italiani della Fiat. Altro strumento d’indagine: questionari, rigorosamente anonimi, da riservare agli addetti dei vari impianti del Lingotto. Domande ai lavoratori da gestite in modo tale da non rendere riconoscibile il destinatario dei quesiti. Lo studio del Politecnico, unico nel suo genere, sui nuovi modelli organizzativi introdotti con il World Class Manufacturing (WCM), la nuova organizzazione del lavoro adottata in Italia nel 2009 e ideata da Hajime Yamashina, guru nipponico delle produzioni industriali, è stato commissionato dalla FIM Cisl nazionale ad un qualificato comitato accademico dell’universi

tà milanese, guidato dal professor Luciano Pero, che martedi, a Roma, ha illustrato gli aspetti tecnico-scientifici legati alla ricerca.
Le parole del professor Pero chiariscono il senso dell’iniziativa: “È una ricerca che ci aiuterà a capire i cambiamenti a livello sociale, sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori introdotti dal WCM, attraverso focus group e questionari. L’obiettivo – secondo il docente del Politecnico – è quello di capire e migliorare le condizioni dei lavoratori e la loro partecipazione all’interno dell’impresa. Siamo davanti ad un cambiamento epocale del modo di produrre e ad una nuova generazione di fabbriche: le cosiddette “nuove fabbriche”, quelle che hanno introdotto un’automazione evoluta e una diversa e più complessa organizzazione del lavoro (High Performance Work Organization). Questo richiede un uso dell’intelligenza delle persone in fabbrica e una loro partecipazione ai processi produttivi”.
Ancora secondo Pero “il Paese deve riflettere e capire le “nuove fabbriche” perché saranno quelle che ci porteranno fuori dalla crisi”. I dati della ricerca saranno resi noti in un apposito convegno nei mesi di marzo o aprile 2014
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