Il boom Maserati sta migliorando la bilancia commerciale italiana
Di Diodato Pirone
MODENA – Il boom Maserati sta migliorando la bilancia commerciale italiana. Lo certifica l’Istat. A sorpresa, il bollettino statistico di dicembre 2013 sull’import export contiene un dato clamoroso: ilvalore degli autoveicoli italiani esportati risulta in aumento del 25,5% sullo stesso mese dell’anno precedente. All’Istat sottolineano che non si tratta di un refuso. E poiché i numeri assoluti della produzione di auto italiane continuano a scendere non ci vuole molto a capire che quell’incredibile +25,5% ha un nome, Ghibli, e un cognome, Maserati.
La conferma arriva dando un’occhiata ai dettagli sull’export italiano di auto verso gli Usa e la Cina. Si scopre così che a dicembre – guarda caso quando la produzione della Ghibli è andata a regime – l’esportazione di autoveicoli italiani verso gli Stati Uniti è cresciuta del 145% per un valore mensile di 122 milioni di euro mentre quella verso Pechino è salita del 323% per valori mensili pari a 41 milioni.
Ma una rondine può fare primavera? Non c’è dubbio che è facile ottenere impennate percentuali a tre cifre confrontando il dicembre 2013 con il nulla o quasi del dicembre 2012. Vero. Ma altre cifre fanno percepire un fenomeno di una qualche sostanza. Con gli americani che a Natale dello scorso anno di sono regalati ben 1.053 auto del Tridente. Stando poi al bilancio 2013 di Fiat (non ancora Fca), Maserati segnala un utile operativo di 171 milioni, contro una perdita di 520 milioni della Fiat europea, sull’onda dell’ottimo quarto trimestre nel quale ha registrato un margine operativo del 15,9%, superiore al 15,6% della Ferrari. Il maxi spot Maserati appena presentato al Super Bowl americano, infine, ad oggi segna oltre 12 milioni di contatti su You Tube.
Sono tutti numeri da “prima volta”. Quindi vanno presi con le molle. Ma segnalano il tentativo di una metamorfosi: l’auto made in Italy sta iniziando davvero a cambiare pelle. Ormai non si offre più solo a 800 milioni di esseri umani (Europa e America Latina) ma a tre miliardi di persone inclusi cinesi, americani e sceicchi arabi. Ma anche messicani, indiani e sudafricani. Cui presto dovrebbe arrivare anche la piccola Jeep che da luglio sarà sfornata dalle catene di montaggio di Melfi e che da settembre sarà affiancata dal piccolo suv gemello, la Fiat 500X. Sarà il caso di monitorarlo, il bollettino Istat sull’export di auto made in Italy.