Industria, boom dell’import-export di macchinari. Le imprese italiane fuori dal letargo
di Diodato Pirone - L’industria italiana tenta di uscire dal letargo. E’ questa la vera notizia che emerge dai dati dell’andamento dell’export e dell’import nel mese di febbraio diffusi oggi dall’Istat.
Le cifre da tenere a mente sono pochissime ma – potenzialmente – molto importanti. Eccole: +3% registra la crescita del made in Italy nel mondo fra febbraio 2014 rispetto allo stesso mese del 2013; +4,3% è l’aumento effettivo se si esclude il settore dell’energia che quest’inverno è andato malissimo per via della mitezza del clima; ma soprattutto +7% è l’aumento dei beni strumentali cioè, detto grossolanamente, dell’export di macchinari che servono alla produzione, settore nel quale l’economia italiana è molto forte. Un ultimo numero: +13,9% è la crescita dell’export di automobili, che sale per il sesto mese consecutivo.
Le importazioni, invece, restano al palo. Sono ferme febbraio su gennaio (-0,1%) e addirittura scendono del 2,2% nel confronto annuo. Tuttavia sempre febbraio su febbraio l’import di beni strumentali è salito del 6,1%. Ma anche questa è una buona notizia perché vuol dire che le industrie hanno ricominciato a comprare macchinari dall’estero per aumentare o quantomeno rinnovare le proprie produzioni.
Risultato? Nel trimestre che va da dicembre 2013 a febbraio 2014 l’export è salito del 2,5% rispetto ai tre mesi precedenti. Insomma siamo di fronte ad una tendenza abbastanza di crescita solida, non sporadica. Finalmente.
E questa tendenza permette alla bilancia commerciale italiana di segnare un attivo mensile di 2,6 miliardi, più del doppio del miliardo registrato nel febbraio 2013. Se si esclude l’energia, poi, l’export di sole merci registra un attivo mensile davvero notevole: 6,2 miliardi di euro. Non siamo a livelli tedeschi ma neanche troppo lontani.
E’ questo attivo che immette ossigeno nella nostra economia. Un risultato da non sottovalutare.