Perchè stavolta non c’è una fatwa degli islamici?
Musulmani di tutto il mondo, musulmani d’Italia dove siete? E se ci siete perché non parlate? Ieri i talebani pakistani hanno massacrato più di cento bimbi. Non erano bimbi kafiri. Non erano figli d’infedeli. Erano tutti bimbi musulmani. Bambini come i vostri. Figli di quella Peshawar che trenta anni fa accoglieva i profughi afghani in fuga dai sovietici. Eppure davanti a quella strage ignobile, commessa, come ammesso dai talebani, per mera, disgustosa vendetta non proferite parola. Avete lanciato «fatwe» per le vignette sul Profeta di un giornale danese. Avete fatto fuoco e fiamme per un episodio televisivo di South Park. Avete bruciato il nostro consolato a Bengasi per una maglietta di Calderoli. Eppure davanti a cento vittime innocenti, alcune freddate con un barbaro colpo alla nuca, non balbettate mezza condanna. Certo la vostra indifferenza è così abituale, così consolidata, così scontata da apparire ormai quasi inevitabile. Anzi guai a disturbarvi. A farlo si rischia di venir messi alla gogna, di finire in quell’inferno del politicamente scorretto dove i nostri utili idioti inventori di baggianate come l’islamofobia, relegano chi osa criticarvi. Ma stavolta il vostro silenzio passa il segno. Guardatevi attorno. Tutto il mondo civile di cui pretendete di far parte – dagli Usa alla Germania, dal nostro Matteo Renzi al suo omologo inglese David Cameron – esprimono la loro indignazione, il loro sdegno per una strage commessa nel cuore della vostra comunità, della vostra «umma». Da voi, invece, manco mezza parola. Le comunità islamiche italiane sempre pronte a schierarsi per Gaza non aprono bocca. I talebani afghani si dissociano ma i predicatori di Al Jazeera sempre pronti a incendiare le folle non farfugliano mezza condanna. E in Qatar, Arabia Saudita e Turchia, vostre nazioni simbolo, regna un silenzio di tomba. Musulmani se ci siete battete un colpo. E se una fatwa per i vostri figli vi sembra troppo recitate almeno una preghiera. Ma per cortesia fatevi sentire. E fatecelo sapere.