Home News PMI: riprogettare i processi per rilanciare la manifattura italiana

Torino, 17 ottobre 2013 – Nella fase di progettazione dei metodi di lavoro si determina tra il 70 e l’80% dei costi operativi. L’applicazione pratica della metodologia MTM ha dimostrato di poter arrivare a raddoppiare il valore prodotto da ogni ora lavorata a parità di pause e tempi di recupero e abbattendo drasticamente gli sprechi. È quanto emerge dalla XIV Conferenza Annuale dal titolo “Misurare, Cambiare, Migliorare: il potenziale esplosivo delle PMI italiane” in programma oggi a Torino. La conferenza è organizzata dalla Fondazione Ergo MTM Italia, con il patrocinio di AMMA (Aziende Meccaniche Meccatroniche Associate) e PwC. La Fondazione riunisce imprese, sindacati e università in un progetto di ricerca, formazione e certificazione dei sistemi di misurazione del lavoro e del controllo dei carichi biomeccanici.

“Storicamente la piccola e media impresa manifatturiera italiana non ha mai dato peso alla progettazione dei processi” ha dichiarato Gabriele Caragnano, Direttore della Fondazione Ergo-MTM Italia e Associate Partner di PwC. Con circa 350 mila lavoratori coinvolti in Italia, la Fondazione è un osservatorio di dati operativi sui parametri chiave dell’organizzazione del lavoro. “Quando un’azienda spende il doppio di un concorrente virtuoso è inutile parlare di crisi, ne sono la prova i numerosi casi di aziende italiane che hanno spostato la produzione in Paesi a basso costo del lavoro e hanno fallito comunque”.

Alberto Dal Poz Presidente di AMMA, aziende meccaniche meccatroniche associate, denuncia innanzitutto un problema di contesto: “l’elenco degli handicap di cui il nostro sistema produttivo soffre è impressionante e molti di questi derivano dal sistema Paese. La lista dei problemi riguarda praticamente ogni aspetto dell’apparato statale e non occorre dilungarsi su ciò che appare quotidianamente sui giornali. Partendo dai dati discussi oggi – prosegue Dal Poz – è evidente che per fermare il declino italiano e rilanciare la crescita e l’occupazione è fondamentale investire sulla capacità delle persone di fare le cose, sulla loro comprensione del processo produttivo e dei suoi fattori critici, così come sulla consapevolezza e sullo spirito di partecipazione”.

I 3,8 milioni di PMI italiane danno lavoro a 12,2 milioni di persone mentre in Germania le piccole e medie imprese sono 2,1 milioni e impiegano 15,5 milioni di persone, tre milioni in più dell’Italia. “L’Italia resta tra i principali produttori mondiali, con una quota di PIL manifatturiero di poco superiore al 3%”, ha chiarito Franco Mosconi dell’Università di Parma nella sua relazione sui distretti industriali. Nell’universo delle PMI italiane tuttavia il 46% dell’occupazione si concentra nella microimpresa (meno di 10 addetti) mentre in Germania le microimprese occupano il 20% degli addetti.

Un lavoro capillare sui processi e sull’organizzazione spesso porta l’azienda a modificare radicalmente la percezione dei reali vincoli che impediscono lo sviluppo del business anche nel nostro Paese. “Condividere un sistema di organizzazione scientifica del lavoro – ha spiegato nel suo intervento Gianluca Ficco della UILM Nazionale – come è avvenuto con ERGO-UAS in Fiat ha contribuito a risolvere il conflitto sull’assegnazione dei tempi e sulla qualità della postazione lavorativa oltre a rendere trasparenti i recuperi di produttività. In particolare, ha aggiunto Ficco, con ERGO-UAS si lavora per incrementare sia la produttività sia la sicurezza sul lavoro coinvolgendo i lavoratori nel processo di miglioramento continuo”.

Informazioni sulla conferenza
Migliorare l’organizzazione del lavoro per far esplodere la produttività delle piccole e medie imprese italiane e puntare ad aumentare salari e profitti. È questo il tema della XIV Conferenza sulla Produttività che si apre oggi a Torino presso il Centro Congressi Unione Industriale dalle 9 alle 16. La Conferenza è organizzata dalla
Fondazione Ergo-Mtm Italia, diretta da Gabriele Caragnano. Obiettivo della Conferenza è quello di indicare a imprenditori e sindacalisti proposte concrete per “lavorare meglio” e aumentare la produttività dal basso, dal posto di lavoro, eliminando sprechi e cattive abitudini. Analisi e proposte sono affidati, tra gli altri, agli interventi di Giuseppe Roma, direttore generale del Censis; Giuseppe Berta, professore della Bocconi esperto dei rapporti fra impresa e sindacati; Franco Mosconi, università di Parma; Gianluca Ficco (Uilm). Nel pomeriggio saranno analizzati i segreti di due casi di successo: la VM Motori (che ha avviato 300 assunzioni) e la spagnola Gravalos (che non evitato la delocalizzazione riorganizzando i propri processi di lavoro).

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