Produttività della Manutenzione Industriale nel trasporto pubblico
Buongiorno ingegnere,
la ringrazio per aver risposto al mio invito.
Da anni mi interesso di operation e mi sono specializzato in manutenzione industriale, in aziende complesse che operano in un settore a tecnologia medio-alta.
La manutenzione è un processo unico, che richiede, amio avviso, approcci scientifici e strutturati per risolvere il suo tipico problema diffuso di scarsa organizzazione del lavoro e di inadeguata efficienza.
Oggi, a fronte di rilevanti spese rispetto al costo complessivo della produzione dei servizi, nelle Aziende di Trasporto Pubblico italiane è, dal mio punto di vista, più che mai utile esercitare un’ azione manageriale sempre più intesa nei servizi di manutenzione in quanto il “prodotto finito” delle aziende pubbliche non ha un “premium price” elevato, anzi i corrispettivi da trasferimenti da contratti di servizio fanno i conti gli effetti della spending-review.
In contesti industriali con elevato costo del lavoro, riferito ai contratti nazionali , per strutturare programmi di recupero della competitività ritengo bisogna a mio avviso focalizzarsi sempre più sul continuo efficientamento organizzativo dei processi, sul miglioramento degli asset industriali e nella ricostruzione dell’identità aziendale come quella di “produttore di servizi d’alta gamma”.
E’ facile dimostrare, già solo su base empirica, che, mediamente, meno della metà della presenza giornaliera del personale diretto di manutenzione è impiegata per attività manuali, non solo perché il personale è pigro e sindacalizzato, ma anche perché non viene dotato, dal management, delle risorse necessarie a svolgere i task assegnati. Ciò porta il costo orario dai 30 euro del settore a ben 60 euro/ora se si considera il costo dell’ora lavorata produttiva. Le cause di questo raddoppio di costo sono legate ad elementi visibili (pause fisiologiche ed assenteismo) ed elementi invisibili (il grado di efficienza organizzativa).
Paradossalmente una delle principali difficoltà oggi da superare nelle operation delle aziende di trasporto pubblico, anche quelle di dimensioni medio grandi, e nei loro servizi di manutenzione, è quella, comune alla PMI, di rendere conosciute, misurabili ed aggredibili i macro problemi di “disorganizzazione del lavoro” e di “disefficienze sommerse” che pesano come macigni sulla competitività, per poter migliorare il posizionamento competitivo dell’intero comparto e del sistema paese.
L’unico indicatore macroscopico fino ad oggi utilizzato, il risultato annuale di conto economico aziendale, non è, a mia parere, adeguato, da solo, ad incidere in maniera dettagliata ed oculata sui singoli processi operativi.
La necessità di misurare la produttività attraverso tecniche ingegneristiche di progettazione del lavoro manuale che assegnino a ciascun compito un tempo equo e sostenibile, riconosciuto in ambito internazionale, in questo momento storico accomuna la PMI e le aziende di trasporto pubblico che hanno sempre operato in contesti industriali che hanno avuto scarso bisogno di confronto con il mondo esterno e dove, per giunta, l’azionista ha scarsa cultura industriale.
Se condivide queste mie considerazioni e ritiene che ci siano spazi per approfondire una reciproca conoscenza ed eventualmente una collaborazione tecnico-scientifica e/o un’azione di divulgazione, sono a sua disposizione per discuterne.
Cordiali saluti
Raffaele Santulli