Electrolux – gli svedesi, i saggi e il ministro
di Dario Di Vico
Così non va. Alla sua prima uscita ufficiale sul delicato tema della competitività degli stabilimenti italiani il gruppo dirigente della Electrolux ha scelto di drammatizzare e di contrapporsi radicalmente ai sindacati. La storia dei negoziati tra imprese e confederazioni è piena di episodi-bluff, di piccoli comizi recitati per impressionare l’opinione pubblica e le telecamere ma siamo nel quinto anno della Grande Crisi e francamente di piéce teatrali facciamo volentieri a meno. Nei giorni scorsi è stata presentata ufficialmente da parte della Confindustria di Pordenone e di un gruppo di saggi (Tiziano Treu e Innocenzo Cipolletta affiancati da due ex top manager Electrolux come Maurizio Castro e Luigi Campello) una proposta che interviene significativamente sulla riduzione del costo del lavoro per unità di prodotto (-20%) e che comporterebbe una riduzione all’incirca del 10% sulle buste paga. La proposta ha incontrato a vari livelli interesse e richiede sicuramente un supplemento di approfondimento. In qualche parte d’Italia, forse prematuramente, in situazioni analoghe si è cominciato a dire “facciamo come a Pordenone”. Nei giorni immediatamente successivi è giunto da parte dell’Electrolux un apprezzamento ufficiale del merito della proposta dei saggi e quindi c’erano e ci sono le premesse per andare avanti con giudizio ma anche con la voglia di innovare le relazioni industriali. Con la mossa di ieri la dirigenza italo-svedese però non solo ha fatto un passo indietro nel merito di possibili strategie condivise di riduzione del costo del lavoro ma ha anche decretato la morte dello stabilimento di Porcia. Avremo dunque la radicalizzazione di quelle componenti sindacali che avevano criticato inizialmente l’ipotesi di Pordenone e avremo di conseguenza una buona dose di scioperi. A chi giova?
P.s. In questa vicenda è emersa purtroppo l’inadeguatezza del titolare del dicastero dello Sviluppo economico Flavio Zanonato. Spiace dirlo perché si tratta di un politico di lungo corso e di un amministratore locale capace. Ma ci vuole qualcosa di più.