Home News Intervista a Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm del settore elettrodomestici, sul caso...

Varese, 8/10/2013

di Gabriele Caragnano, Direttore Generale Fondazione Ergo-MTM Italia

Riproduzione vietata, © Fondazione ERGO-MTM Italia

 

“Il tavolo del ministero dello Sviluppo economico di mediazione azienda sindacato è in una fase assai delicata”. Così Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm del settore elettrodomestici, ha commentato la difficile situazione  di Indesit e dei suoi 2.500 lavoratori in Italia.

“Le modifiche prospettate da Indesit – ha spiegato – sono innanzitutto insufficienti, poiché ridurrebbero solo in parte gli esuberi da 1.400 a 1.125 e sono per giunta condizionate da parte aziendale sia all’effettiva possibilità di accedere ai benefici del contratto di sviluppo che alla rivisitazione del premio di gruppo. Infine, Indesit ha anche sottolineato che, in caso di utilizzo di un percorso lungo di ammortizzatori sociali, 330 lavoratori avrebbero la possibilità di agganciare la pensione, tuttavia per noi non ha senso discutere di ammortizzatori sociali finché non si arrivi ad un piano industriale solido e credibile”.

Il prossimo incontro tra il coordinamento nazionale UILM, FIM e FIOM e la dirigenza aziendale è previsto il giorno 14 ottobre, ma, se non cambierà qualcosa di sostanziale, non ci sono i presupposti per arrivare ad un accordo, poiché le distanze sono ancora abissali. “E’ impensabile realizzare una riduzione di organico che  rappresenterebbe il 50% del personale in forza nei 5 stabilimenti italiani. L’ammorbidimento della richiesta aziendale, che ha ridotto il piano di esuberi da 1400 unità a 1125, riguarderebbe 150 persone dello staff e 125 operai. La realizzazione di una ristrutturazione così pesante colpirebbe non solo  i 1125 lavoratori in esubero, ma lascerebbe senza prospettive realistiche anche coloro che rimarrebbero in azienda”.

Le riduzioni riguarderebbero gli stabilimenti di Teverola, la cui produzione verrebbe assorbita da Carinaro, nel polo casertano, e lo stabilimento di Melano, la cui produzione verrebbe assorbita nel polo di Fabriano. Come ha giustificato l’azienda la richiesta di una simile ristrutturazione?

“Dei 1250 esuberi degli stabilimenti, 600 sarebbero giustificati da cali di mercato generati dalla crisi che imperversa pesantemente nel settore dal 2008 (dissaturazione degli impianti per il basso volume della domanda); 650 sarebbero generati da delocalizzazioni a favore degli stabilimenti turco (lavatrici) e polacco (parte dei piani cottura), nonché dalla terziarizzazione delle lavatrici con carica dall’alto (top loading) e delle così dette lavorazioni speciali ”.

Quali saranno le vostre richieste all’azienda il prossimo 14 ottobre?

“Innanzitutto vorremmo evitare riduzioni di organico legate alla dissaturazione degli impianti. Con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali vorremmo guadagnare il tempo necessario per uscire dalla crisi e nel frattempo lavorare insieme all’azienda su un piano serio di competitività. In secondo luogo vorremmo chiedere il riassorbimento dei 150 dipendenti dello staff. Infine vorremmo ridiscutere delle delocalizzazioni per cercare di scongiurarle anche grazie ai recuperi di produttività possibili negli stabilimenti italiani”

Queste vostre richieste presuppongono la consapevolezza che vi siano notevoli margini di recupero sul fronte della competitività

“Assolutamente si! Basti pensare che fino ad oggi  le fabbriche Indesit hanno lavorato a giornata, sottoutilizzando in tal modo gli impianti.

E quale è la vostra percezione del livello di produttività?

“Ritengo che l’applicazione dei più moderni sistemi di organizzazione del lavoro potrebbe portare notevoli miglioramenti di produttività, soprattutto se accompagnati da un’elevata attenzione e cura ai metodi di lavoro e all’ergonomia. Noi ci crediamo.

 

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